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In Guascogna si chiude.....


In altri articoli ho manifestato la mia più completa approvazione nei confronti di questa terra e della sua gente per lo spirito di libertà e di accoglienza che manifesta.

Ovviamente non tutto è “rose e fiori”.

La libertà la percepisci nei paesaggi sconfinati delle colline e soprattutto nelle persone che la concedono a tutti ma non fanno sconti sulla propria.

Quanto all’accoglienza è sufficiente consultare una guida del telefono per rendersi conto della realtà e noi italiani siamo tuttora l’esempio più rappresentativo.

Resta comunque intangibile il senso di proprietà e non solo per la diffusa ascendenza contadina.

In questa occasione mi piace evidenziare come molti domaines, quindi terreni agricoli, siano connotati dalla definizione “Clos/Enclos” che sta per luogo chiuso.

Bisogna far riferimento alla consuetudine del passato per comprendere come mai un pezzo di terra venisse chiuso con siepi, recinti o muretti; era utilizzato soprattutto per gli orti, i frutteti e le vigne (clos de vigne).

In pratica per le principali fonti di reddito dei contadini.

Si tratta di un retaggio linguistico ormai obsoleto perché difficilmente verificabile nella realtà attuale e in verità la pratica del furto non era certo una piaga; chiarisce comunque il valore che queste persone attribuivano ai prodotti agricoli.

Non intendo fare confronti che penalizzino noi italiani ma in alcune nostre zone pedemontane che consentivano solo piccole ma ambitissime produzioni di vino, in periodo di vendemmia i casotti presenti nelle vigne ospitavano una guardia armata.

 

In Guascogna si chiude.....
In Guascogna si chiude.....